Progetto “Qua la
mano-Sperimentazione di una prassi innovativa per il servizio di affido
anziani”- L’esperienza di ADA PALERMO
Appartenere
alla partnership del progetto “Qua la mano!” finanziato da Fondazione con il Sud, ha
permesso alla nostra associazione di sensibilizzare la cultura locale sul tema
delle problematiche vissute dalle famiglie con demenza, anche attraverso la diffusione di
informazioni sull’Alzheimer, per evitare
l’esclusione sociale, nonché di migliorare la qualità della vita dei
pazienti e delle loro famiglie offrendo una rete di sostegno psico-sociale.
Per raggiungere questi obbiettivi sono state
realizzati dei servizi mirati ai bisogni degli utenti. Sappiamo che in Italia la famiglia
svolge un ruolo sociale spesso unico per la cura ed il sostegno dei malati di
demenza: il 75% della sicurezza si poggia sulle responsabilità individuali e
familiari. L’età della presa in carico è compresa tra i 50 e i 70 anni; più di
un terzo dell’assistenza informale a soggetti ultrasessantacinquenni è fornita
da ultrasettantenni. Secondo gli stessi dati sull’aiuto informale nella demenza
di Alzheimer il caregiving è prevalentemente femminile (73,8%), generalmente
mogli e figlie. Nella maggior
parte degli studi sui caregiver, inoltre, si osservano elevati livelli di
sintomatologia ansiosa e depressiva. La frequenza di depressione nel caregiver
è di tre volte superiore a quella di soggetti, omogenei per variabili
socio-demografiche, non coinvolti nell’assistenza.
E’ evidente il bisogno dei pazienti e delle loro famiglie di precise
indicazioni di percorsi, nonché di aiuto a leggere e contenere le emozioni che
si generano nel rapportarsi ad una patologia devastante come la demenza. E’
fondamentale quindi che essi abbiano dei precisi riferimenti, coi quali
stabilire una buona relazione di accoglienza e orientamento/supporto. Ciò
riduce la comprensibile angoscia e il senso di smarrimento, limitando le
conseguenti reazioni depressive, rabbiose o legate ad agiti veri e propri.
A tal fine è nata l’idea di creare uno Sportello di Ascolto che ha accolto
in 6 mesi oltre 30 utenti, strutturando svariati percorsi di sostegno
individuale, a volte anche domiciliare.
Lo SPORTELLO DI ASCOLTO PER FAMIGLIE
CON DEMENZA è stato attivo presso il Centro Polifunzionale per anziani
dell’associazione ADA Palermo per due giorni a settimana (MERCOLEDI’ MATTINA E
GIOVEDI’ POMERIGGIO), dal momento che è stato da subito a noi chiaro che i costi
emotivi da sostenere nella malattia del proprio caro sono molteplici. Essi
riguardano l’accettazione della malattia, i cambiamenti di ruolo (da coniuge a
genitore o da figlio a genitore), il dolore, la conflittualità e la perdita
affettiva e relazionale. L’aiuto,
l’assistenza e l’affetto diventano unidirezionali, quasi esclusivamente dal
caregiver al malato. La drammatica e
involontaria trasformazione della relazione significativa diviene la principale
fonte di sofferenza per chi si prende cura del familiare demente. Accompagnare i caregiver in questa dolorosa
transizione, aiutarli a RIEMPIRE I VUOTI ATTRAVERSO RISORSE PERSONALI
FAMILIARI E SOCIALI è stato per noi di fondamentale importanza.
Generalmente la famiglia che deve assumersi la responsabilità del
caregiving trova scarso supporto nei servizi, che dovrebbero essere partner
importanti nel caso di una malattia prolungata e di difficile gestione come la
demenza. Se il caregiver all’inizio è impegnato semplicemente nella
supervisione delle funzioni superiori del malato, come la guida e la gestione
delle finanze, con l’avanzare della patologia e del declino cognitivo e
funzionale aumentano le responsabilità e
i carichi assistenziali per la gestione
dei problemi comportamentali e per le attività della vita quotidiana, fino ad
arrivare ad un ultimo stadio in cui egli si trova a gestire il paziente
allettato o totalmente dipendente, con le implicazioni etiche che ciascuna fase
comporta.
I caregiver affrontano un lungo periodo (dai 3 ai 15 anni) di continue
richieste fisiche e psico-sociali.
Sono proprio questi elementi etici che accompagnano tutta la malattia, che
ci danno sempre più il senso della necessità di una rete integrata di servizi
per il malato di demenza e/o Alzheimer che promuova il suo benessere. Per questo motivo sono stati attivate le
seguenti azioni progettuali:
ASSISTENZA DOMICILIARE LEGGERA PER FAMIGLIE IN STATO DI ISOLAMENTO
SOCIALE
La graduale riorganizzazione dei tempi, spazi e ruoli richiesta
dall’assistenza al familiare con malattia di Alzheimer espone l’intero sistema a
pressioni e a confronti che rischiano di destabilizzarlo, anche in modo
drammatico. Possono emergere nuovi conflitti, secondari a stanchezza, problemi
economici o decisioni da prendere. Da questi presupposti è nata l’idea di
fornire un servizio di Assistenza Domiciliare Leggera con le risorse a nostra
disposizione. 5 famiglie con demenza hanno usufruito di 50 ore di assistenza circa
in un semestre. Attività di igiene e cura, disbrigo pratiche, a volte semplice
compagnia del malato in momenti in cui i familiari erano assenti da casa.
Il dato che esprime sinteticamente l’onerosità dell’impegno del caregiver è
il numero di ore in cui è impegnato in compiti di assistenza e di sorveglianza
e che tutti i giorni il caregiver dedica al malato in media 6 ore della propria
giornata per le attività di assistenza diretta (igiene personale, preparazione
e somministrazione dei pasti, dispensazione dei farmaci e delle medicazioni,
attenzioni e sostegno, ecc.), mentre le ore dedicate alla sorveglianza sono
mediamente pari a 7. Sulle ore dedicate all’assistenza diretta e di
sorveglianza incide lo stadio di malattia: un malato in fase avanzata necessita
fino a 18-20 ore al giorno.
Fatte queste considerazioni si comprende bene come sia stato vitale per i
nostri caregiver usufruire di un operatore che anche
quotidianamente lo sollevasse dalla fatica fisica, dalla solitudine, dalla
impossibilità di trovare un attimo per sé stesso, al di là del ruolo di
caregiver.
LABORATORI RIABILITATIVI DOMICILIARI) CARATTERIZZATI DA R.O.T. (REALITY ORIENTATION TERAPY), STIMOLAZIONE
DEI DOMINI COGNITIVI E TERAPIA OCCUPAZIONALE.
L’obiettivo dei laboratori è stato FAVORIRE IL MANTENIMENTO DEI LIVELLI DI
FUNZIONAMENTO COGNITIVO E LAVORARE SULL’AUTOSTIMA DEL PAZIENTE ATTRAVERSO LA
CAPACITAZIONE, ovvero un approccio metodologico e relazionale che mettesse al
centro le risorse, i punti di forza, ciò
che il malato è ancora capace di fare, piuttosto che ciò che ha perso in
termini di funzioni e capacità. Per un semestre una volta a settimana una
psicologa esperta in declino cognitivo si è recata al domicilio degli utenti
per condurre sessioni di stimolazione cognitiva della durata massima di un’ora
strutturate in base al grado di deterioramento, agli interessi passati e
presenti della persona in questione, nonché alle sue caratteristiche di
personalità. Recarsi in casa delle famiglie con demenza favorisce l’aggancio
dei caregiver e la caduta di sovrastrutture di ruolo e contesto permette di
incontrarsi ad un livello relazionale molto intimo. Ciò fa sentire i caregiver
realmente compresi, accolti, sostenuti sul piano psicologico e materiale.
LABORATORI LUDICO-RICREATIVI PER FAMIGLIE
CON DEMENZA O DECLINO COGNITIVO LIEVE, anche domiciliari PER RI-SIGNIFICARE LA RELAZIONE PAZIENTE/ CAREGIVER con
contenuti di leggerezza e favorire la condivisione di momenti ludici ed
affettivamente significativi, slegati dagli aspetti conflittuali indotti dalle
dinamiche della patologia. Per gli utenti in una fase avanzata della malattia i laboratori ricreativi sono stati
condotti al domicilio per gli utenti. Per quelli con un grado lieve di
compromissione cognitiva, ancora autonomi, i laboratori sono stati condotti
presso il Centro Polifunzionale ADA Palermo. Gruppi misti - di anziani con declino
cognitivo fisiologico o patologico- si sono divertiti a giocare insieme
attraverso la stimolazione del linguaggio, dell’attenzione, della memoria
musicale, dell’orientamento. Condividere difficoltà, incapacità, successi e
fallimenti in un clima allegro, gioioso, in assenza di giudizi e pregiudizi ha
permesso di esorcizzare la paura della perdita della memoria ed incontrarsi con
le persone - anche familiari- su livelli di relazione affettivamente molto
significativi e rassicuranti.
In generale il clima emotivo dei
sistemi familiari fruitori dei servizi “Qua la mano”, a fine progetto è
notevolmente migliorato: la sensazione di sentirsi “presi per mano” –parafrasando
in un certo qual modo il titolo del
Progetto- in un momento critico aiuta le persone a non sentirsi passivi fruitori di prassi
assistenzialistiche e/o vittime sfortunate di eventi sfavorevoli, ma
piuttosto soggetti responsabili della propria
vita, sicuri delle proprie risorse personali, fiduciosi nei riguardi delle reti
relazionali: reti familiari, reti intercontestuali, reti sociali.
APPENDICE FOTOGRAFICA
Figura 1 ASSISTENZA
DOMICILIARE: l’OPERATORE PIETRO FA LA BARBA A CATALDO, CON ALZHEIMER DI GRADO
SEVERO
Figura 2
L’OPERATRICE DOMICILIARE SILVANA AIUTA IL SUO ASSISTITO CARMELO A
INDOSSARE LE SCARPE
|
Figura 3
L'OPERATORE DOMICILIARE INTRATTIENE L'ASSISTITO IN CONVERSAZIONI SULLA MUSICA
Figura 4
LABORATORI DI STIMOLAZIONE DELLA MEMORIA AUTOBIOGRAFICA ATTRAVERSO LA
COLLABORAZIONE INTERGENERAZIONALE
Figura 5.
LABORATORI RIABILITATIVI:PINA E LA DOLL THERAPY
Figura 6
LABORATORI RIABILITATIVI DOMICILIARI:L'ATTENZIONE SELETTIVA
Figura 7 LABORATORI
DOMICILIARI-TERAPIA OCCUPAZIONALE:FRANCA DA BRAVA PADRONA DI CASA FA IL CAFFE'
Figura 8.
PINA E LA STIMOLAZIONE DELLE PRASSIE
Figura 9.
LABORATORI RICREATIVI AL CENTRO POLIFUNZIONALE ANZIANI
Figura 10.
LABORATORI RICREATIVI:GIOCHIAMO ALL'IMPICCATO
Figura 11.
SEMINARIO CONCLUSIVO DI PROGETTO PRESSO IL CENTRO POLIFUNZIONALE ANZIANI
DELL'ADA PALERMO
Figura 12.
SEMINARIO "CON-VIVERE CON LA DEMENZA":LA DOTT.SSA RENDA ESPONE LE
POTENZIALITA' DELL'ADUCANOMAB, NUOVA MOLECOLA ANTI-PLACCHE DI BETA AMILOIDE
Figura 13
SEMINARIO FINALE: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELL'ADA PALEMO GAETANO CUTTITTA
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